Detesto il Natale e le feste “comandate”.
Non in sè e per sè, ci mancherebbe. Il Natale è una festa cristiana, profonda e tenera al tempo stesso: un richiamo ineludibile alla povertà, alla sobrietà, alla benedetta precarietà dell’esistenza e al desiderio insopprimibile di eternità. Un appello inequivocabile, semplice e diretto, all’insostituibile bellezza della vita, dei bambini, della maternità e della paternità.
Tutto ciò per i cristiani, appunto, o per chi spera e sogna di essere tale.
Di cristianesimo nel nostro mondo occidentale ce n’è rimasto ben poco o è così ben mimetizzato da risultare quasi impercettibile.
Qualcuno di ciò esulta, qualcuno sogghigna, qualcuno si lamenta. I più se ne fregano: si vive (bene?) anche senza.
Ciò non ostante, in questi giorni, (quasi?) tutti s’ingolfano in stereotipi natalizi, sentimentalismi ad usum puerorum, stucchevoli sorrisi e bontà esibizionista.
E’ un rituale ciclico, ineluttabile e reiterato, quasi una coazione compulsiva a ripetere.
Ecco perchè detesto il Natale.
La banalità infettiva e dilagante, l’ipocrisia, il confortevole senso gregario dell’homo occidentalis, in grazia del suo scheletro disanimato, mi pare si scatenino, durante questi giorni, in modo ripugnante e sfrenato, privi di ogni pudore e senso del limite.
Un tempo s’intravvedevano pallide lucine alle finestre: modesti presepi, aggiornati alla buona di anno in anno; le statuine di gesso, ogni anno più sbeccate, sempre le stesse, le luci rabberciate alla meglio (parceche gnovis a costin e beçs no’n’ vin cuissà ce... tocje sparagnâ!).
S. Francesco e Greccio non erano poi così lontani, nello spazio, nel tempo e nel cuore.
Qualche abetino natalizio si pavoneggiava, ma molti preferivano addobbare alla buona il melo o il ciliegio in giardino, magari ancje la cise, ch’e pâr bon distès!
La notte di Natale, cul nadalin ch’al cisave tal fogolâr, al rivave Gjesù Bambin a portare modesti doni: spesso frutta di stagione e un tocut di mandolât. Sempre che non fosse già intervenuta Santa Lucia o San Nicolò: allora, non c’era ragione d’insistere coi regali a Natale...
Nostalgia? Poca. Il passato è passato e, spesso e per fortuna, non ritorna.
Ma da qui ai Babbi Natali acrobatici e rampicanti ad ogni balcone, inferriata, staccionata, parabola (nel senso di antenna, che vi credete!), ce ne corre.
Nel mio breve tragitto da casa al lavoro ne ho contati, per difetto, più di una trentina. Tutti penosamente identici, stolidamente pencolanti, inanimati e kitsch. Comprati al centro commerciale più vicino, o, preferibilmente, al discount perchè molti friulani duellano ancora, inconsciamente e geneticamente, con un interiore atavico imprinting al risparmio - sparagn, anche laddove suona evidentemente patetico e risibile.
Le stelle comete, però, sono davvero uno sballo: ce n’è una, ben visibile dalla ss 13 Pontebbana, che sovrasta Artegna e, di notte, sembra davvero stagliarsi nel cielo tra le altre, meno definite e più baluginanti, sorelle...
Al di sotto, c’è la notte, il buio: nè grotte, nè capanne, nè pastori, nè stupore d’uomini in attesa...
Sarà che sono un coglione, ma avrei preferito una silhouette di Maria con in braccio il suo bimbo: magari mi sarei chiesto il perchè di quella inequivocabile luminaria e di quella sua postura accogliente, libera e affettuosa...
Mi chiedo cosa saprò davvero raccontare ai miei tre figli, la notte di Natale, con il ceppo che si consuma lento nel camino, come la mia angoscia...
Auguri...
Il blog di Aldo Giavitto, cioè Nessuno, ovvero Outis. Dunque, il blog di uno che non ha niente, ma talvolta QuAlCose, da dire... Senza infingimenti e pseudonimi virtuali: Songwriter è il mio nome totemico.
lunedì 22 dicembre 2008
venerdì 14 novembre 2008
Max Manfredi
Per la gioia delle vostre orecchie, vi segnalo un ulteriore link ad un artista come si deve e come ce ne sono pochi in Italia: anzi, per quel che ne so io - che sono notoriamente onnisciente e immortale -, non ce n'è proprio nessuno.
Si chiama Max Manfredi e sa giocare con le parole e la musica in maniera straordinaria: direi che ha imparato magnificamente da Baldassarre Castiglione l'arte della sprezzatura.
I suoi riferimenti culturali, letterari e musicali, sono caleidoscopici e stupefacenti, ma... attenzione! Max è urticante e scostante: può attrarre o respingere con altrettanta beffarda passione, dolcezza e violenza.
Se vi piace, bene, se no, fate pure finta che non vi abbia detto nulla...
Ma non potrete mai più fare finta di non saperlo.
giovedì 13 novembre 2008
Acoustic Electric Guitars
Chi suona la chitarra acustica, come il sottoscritto, sa che esistono furibonde contese tra i sostenitori sfegatati dell'una o dell'altra casa produttrice (Martin, Taylor, Takamine, Larrivee ecc.) e sa anche che esistono le Ovation, originali chitarre elettroacustiche costruite con design e tecnologia "d'avanguardia" (chi è curioso può spulciare http://www.ovationguitars.com/), oggetto anch'esse di peana o di giambi.
Io possedevo una Ovation collector's series del 1989, con cui ho suonato dal vivo per qualche anno (come si può arguire dalla foto qui a fianco): era esteticamente una bella chitarra, il suono amplificato era nitido e senza alcun problema di noiosi feedback, ma il suo suono unplugged era veramente scarso, come d'altronde è naturale per uno strumento a cassa stretta e nato per essere utilizzato con l'ampli.
Tuttavia, non sospettavo che una Ovation potesse essere adoperata proficuamente per altri pregevoli usi come quelli che riporto qui sotto, tratti da http://acapella.harmony-central.com/showthread.php?t=1045479 !
Fatevi due risate!
Great Uses for Ovation Guitars...
Here's a a list of useful things you can do with an Ovation guitar:
1) Shoot buckshot at the back, then use it to strain spaghetti.
2) Best personal flotation device since Dolly Parton.
3) Win a gold medal at the next winter Olympics-use it in the bobsled event!
4) The shell is great for DEEP dish pizza-and if the guitar melts, who cares?
5) use the back for a bicycle racing helmet
6) there'e enough wood in the top for some matchsticks...
7) my favorite...AN OAR!
8) a cereal bowl?
9) Put it on your back -- Teenage Mutant Ninja Ovations!!!
10) water skis?
11) Use it as a riot shield - you're gonna need it when they hear the sound of the thing
12) use it as a large cereal bowl
13) cheap medieval shield
14) BoogieBoard
15) nail it to a stump and use it as a birdbath
16) El Kabong
17) hammer small tacks
18) drive someone crazy - tell them to get a good tone from it
19) Nose cone for a jet?
20) Shoot the rapids - Ovation Kayak co.
21) Mount skinny wheels on the headstock, big wheels in the back, and go soapbox derby racing.
22) Use it as a decorative Tossed Salad Centerpiece at your next Contemporary Dinner.
23) Catch-basin for at-home oil changes.
24) Baby's bathtub (lift the top and prop it up with the neck as a sunshade)
25) Tie above to a skateboard, doubles as a stroller.
26) Bobsled for that snowstorm that caught you unprepared.
27) Dressmaker's form for flat-chested women.
28) My 1st Ovation came from a tupperware party'
29) Find something to plug up the sound hole and use it to store food.
30) Hang it next to a Hondo acoustic... Or anything you want to overcharge for... it'll make it look better...
31) Rip off the top and use the bowl to receive Planet Connect
32) My lettuce has never been crisper
33) Place it under the car when changing oil.
34) Leave the top on and nail it to a tree for a lovely birdhouse
35) Avoid speeding tickets: break off neck and stick it under wife's top - she's on the way to delivery, officer!
Ovation Jokes:
Q. Whats the difference between a trampoline and an Ovation Guitar?
A. You take your shoes off before jumping on the trampoline.
Q: What does an Ovation guitar and an out of body experience have in common?
A: Both have good projection, but lack body and substance.
Q: What's the difference between an Ovation guitar and a boat paddle?
A: The boat paddle is more melodic, (though somewhat less resilient).
Q: What's the difference between an Ovation guitar and helicoptor blades?
A: While the projection is similar, the helicoptor blades have a warmer and more balanced response at the lower frequencies.
Q: What do a bottlemaker, TNT, Nirvana and hurricanes have in common with Ovation guitars?
A: They all bl.. well, you figure this one out for yourself.
Q: What's the difference between Roseanne Barr and an Ovation guitar?
A: Roseanne has a more rounded midrange and better intonation in the higher registers.
Q: What's the difference between an onion and an Ovation?
A: Nobody cries when you cut up an Ovation
Q: What's the difference between an Ovation guitar and a bed Pan ?
A: Strings.
mercoledì 5 novembre 2008
Beh, certo, prima o poi, bisognerà pur aggiungere qualcosa di nuovo a un blog, se si vuole che mantenga intatta e fragrante la sua pregnante attualità...
Visto e considerato che non sono uno smanettone internautico di giovanissimo pelo e che me la rido a bacìo dei giovinastri che confondono la vita con un rutilante - e perennemente connesso - facebook, da oggi comincerò a centellinarvi qualche link a persone, storie e parole che mantengono, a dispetto di tutto, un magnifico senso reale, cui il virtuale fornisce solo una pallida e ironica spalla...
Goran Kuzminac è un uomo e un musicista serio, dunque dotato di uno straordinario sense of humour, con qualche vistoso difetto congenito: è serbo di stirpe (ma "buono", come lui stesso, ironicamente, si definisce), pressochè sconosciuto ai più, grande maestro di fingerpicking (lo so io quanto mi ha fatto incazzare quando tentavo, invano, di riprodurre i suoi arpeggi e le sue canzoni!), innamorato della vita e della musica.
Ho avuto il piacere e l'onore di conoscerlo e di averlo come ospite al concerto di presentazione del mio ultimo antico cd. Con semplicità, voce e chitarra, ha stregato la platea.
Così ho imparato che esistono i "miti", olimpici e vanamente indefettibili, e gli uomini che si raccontano per la sola gioia di essere sè stessi, autentici e singolarmente inimitabili.
songwriter
giovedì 16 ottobre 2008
Cari Sara, Rossella e Riccardo: che emozione! Vi ringrazio davvero per aver riportato al mio presente, talora malinconico e solitario, persone, volti, presenze che hanno intersecato la mia vita per non poco tempo. E anch'io la vostra, sperando di non aver causato traumi scolastico-adolescenziali troppo dolorosi e insanabili!
Chissà... magari un dì ci rivedremo!
Aldo
venerdì 10 ottobre 2008
Passerà, passerà...
Ma non è detto. E poi, perchè?
"Passerà anche questa stazione senza far male"...
Non è vero, Faber: sei passato tu, purtroppo e invece.
"I'm going down, down, down..."
Chi scrive, canta e s'illude di capire.
Molti se ne vanno prim'ancora di ascoltare.
Molti (di più) non sanno ascoltare.
Gli stolti credono che le lacrime siano il fossile guida del dolore.
Sante Marie Madalene a Fratìns.
Jo e te, dibessoi, cuanche il timp al semeave fufigne, l'eternitât sostance.
Jo vuè, dibessôl, disvuedât, butaç sence creance.
songwriter
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lunedì 15 settembre 2008
De senectute
I vecchi sono importanti, non indispensabili.
Non esiste pressochè nulla d'indispensabile per un uomo: a parte l'aria, l'acqua e il cibo.
E Dio, per chi ci crede e ha la fortuna di scoprirlo.
Tuttavia, la nostra occidentalissima e decrepita struttura sociale si trova, per complesse e immodificabili ragioni storiche, a declinare inesorabilmente (e irreversibilmente?) verso un futuro in cui i vecchi avranno un ruolo e un peso sempre più rilevante e difficilmente sostenibile.
Una società composta in larghissima maggioranza di vecchi è un'aporia insolubile e destinata all'estinzione.
Per fortuna, ci sono i cosiddetti "immigrati" che, al contrario di noi "indigeni" e "autoctoni", hanno il coraggio o l'allegra sfrontatezza di generare più figli di quanti potrebbero, ragionevolmente e "occidentalmente", sperare di allevare, mantenere ed educare "adeguatamente e dignitosamente".
Per loro le virgolette sono un contrattempo o un controsenso rispetto all'originale divertente sorpresa e assurdità della nostra - e della loro - recente storia.
I nostri vecchi raccomandano: "Attenzione, prudenza! Il lavoro e la casa prima di tutto! Mai fare il passo più lungo della gamba!" .
I loro, opportunamente lontani, aspettano ansiosi notizie dal mondo dei figli e dei nipoti e gioiscono al saperli sani e numerosi, poveri ma speranzosi, incerti ma combattivi.
Basterebbe rileggere le lettere dei nostri emigranti da ogni parte del mondo, cinquant'anni, e passa, fa: erano altri vecchi, meno presuntuosi e importanti, ma, certo, più indispensabili.
Indispensabile è chi t'insegna, serenamente e ironicamente, a vivere senza di lui.
Non lo dimenticherai mai.
songwriter
mercoledì 10 settembre 2008
Sara B., commentando il mio post precedente, dice che ha sentito molto la mia mancanza e ci aggiunge un "prof.!" che mi lascia di stucco: da quando in qua si sente "molto" la mancanza di un "prof."?! Son cose d'altri tempi, Sara mia! Oggi i "prof." non hanno quasi corso legale: quelli che amano ancora i loro studenti e si appassionano al loro lavoro non pare siano proprio così a buon mercato e numerosi!
Ma, forse (e lo spero), mi sbaglio ed è solo la routine, la limatura costante e inesorabile della vita, lo scadimento nella considerazione sociale, la politica idiota che trancia presunte "riforme" sulle nostre teste ad avvilire la grinta e l'entusiasmo di molti colleghi che ho conosciuto "incendiari e fieri" ed oggi ritrovo "spompati" se non "pompieri".
Tuttavia, devo gioiosamente riconoscere che è solo grazie ai miei ragazzi ("studenti" mi pare troppo anodino e abusato) se mi piace ancora ritrovarmi ogni giorno dietro - o davanti! - a una cattedra: poter condividere quotidianamente alcune ore con persone che sbocciano alla vita proprio davanti , e insieme, a te è un grande privilegio, prima ancora che una grande fatica e - raramente - una frustrazione!
Mi resta un tremendo dubbio: sono ormai quasi 17 anni che "faccio" il prof. e che funesto o rallegro - a seconda! - le giornate dei miei studenti; mi ricordo parecchie studentesse di nome Sara, ma il cognome in sigla, ragazzi, è un bel rebus e l'alzheimer inesorabilmente galoppa!
Dunque, mi appello alla vostra "humanitas": chi è davvero Sara B. ?
Io ricordo una Sara B., studentessa della mia prima amata e indimenticata scuola, il Liceo Classico S. Bernardino da Siena di Udine, ma... ha superato la maturità nel 1998 (mi pare!) e vi sembra possibile che una ex allieva di dieci anni fa si ricordi ancora del suo "vecchio" prof.?!
Non siate troppo pessimisti o scettici: grazie a Dio, tutto è possibile!
Dunque, grazie di cuore e con autentico affetto, Sara, chiunque, comunque e dovunque tu sia!
songwriter
giovedì 14 agosto 2008
Ridiculous
Mi faccio proprio ridere e v'invito ad associarvi serenamente e crassamente ai miei cachinni: un blog mai aggiornato dal lontano (?!) 21 dicembre 2007!
La negazione sustanziale della quintessenza quotidiana - o quasi - d'ogni rispettabile blog...
Ohi o ahi me!
Me la rido addosso davvero: non ricordavo nemmeno la password per accedervi e vi risparmio le peripezie tecnologiche per recuperarla!
Del resto, lo subodoravo già dai primi post che poteva finire - allegramente - così.
Del resto: voi sentite la mia mancanza? Ne dubito.
Io stesso non mi manco affatto in questa veste d'imbonitore d'uomini senza volto e senza corpo.
Sono nato nel secolo scorso, kids (ah, anche voi? Buon pro ci faccia, allora!), e adoro annusare le buste delle lettere manoscritte, che un tempo aspettavo tachicardico e frenetico...
Da chi? Po sigûr ch'o ven a contâusal a voaltris, fantats!
A.
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