venerdì 7 dicembre 2012

Stupiditas

"Una persona stupida è una persona che causa danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura  subendo una perdita."

"Alcuni individui ereditano notevoli dosi del gene della stupidità e grazie a tale eredità appartengono, sin dalla nascita, all'élite del loro gruppo. Il secondo fattore che determina il potenziale di una persona stupida deriva dalla posizione di potere o di autorità che occupa nella società." 

"Poiché le azioni di una persona stupida non sono conformi alle regole della razionalità, ne consegue che:
a) generalmente si viene colti di sorpresa dall'attacco;
b) anche quando si acquista consapevolezza dell'attacco, non si riesce ad organizzare una difesa razionale, perché l'attacco, in se stesso, è sprovvisto di una qualsiasi struttura razionale."

Così Carlo M. Cipolla nel suo delizioso libello Allegro ma non troppo ( Il Mulino, Bologna 1988).

Se esistesse un Nobel per la stupidità e la coglioneria (di difficillima assegnazione, ne convengo, stante la referenziatissima pletora di candidati e aspiranti) io proporrei, con buone chances, un esemplare italiota, ex Presidente del Consiglio.

sw

sabato 1 dicembre 2012

QUASIMODO RELOADED


Ognuno sta solo sul cuor della terra
digitando display o tastiera:
ed è subito sera.



martedì 27 novembre 2012

L'ULTIMA VOLTA


Da oggi è disponibile sul mercato l’ultimo (in ogni senso) disco di Francesco Guccini.

L’uomo è senz’altro invecchiato, si muove e si esprime con lentezza e pare ormai voler rimanere risolutamente e orgogliosamente al di fuori del frastuono multimediale ragliante e abbagliante, della connessione perenne con tutto/niente e tutti/nessuno.
Il “Maestrone” ha 72 anni e il sacrosanto diritto di riposare (ma solo musicalmente: non smetterà fino all’ultimo di scrivere parole...), “in pensione”, in quel di Pavana: in fondo ci ha regalato “solo” quarantacinque anni di emozioni, riflessioni, parole e canzoni che a me - e a moltissimi altri, di svariate generazioni, fino ad alcuni svegli quindicenni d’oggi! - hanno aperto gli occhi, l’anima e il cuore.
Certo, riesce difficile riconoscere d’acchito nello schivo “patriarca” di oggi l’insonne animatore delle notti all’Osteria delle Dame o Da Vito, accompagnato e affiancato da avventizi, passanti e habitués quali De Andrè (Fabrizio), Vecchioni, Eco, Benigni, Corso, Dalla, Fo, Bonvi... 
Un pezzo di storia della cultura e del costume italiani, vissuta tra “impegno”, goliardia, sprezzatura e nonchalance, come possono permettersi di fare soltanto intelligenze vivaci e acute, disponibili allo sberleffo e all’autoironia.

E’ la vita, bellezza: tutto e tutti invecchiano e passano.
Solo pochi, tuttavia, hanno coraggiosamente solcato il sentiero con pervicace coerenza e affettuosa tenacia e a me sembra che Guccini sia tra questi.

Io... speriamo che me la cavo.



sw

venerdì 23 novembre 2012

E ALLORA SCIOPERO


Bene.
Io domani sciopero.

E questa scelta, in queste drammatiche circostanze, mi costa economicamente assai perché non sono ricco, né cosi bene ammanigliato da potermi godere benefit economico-politici ad libitum ed infischiarmene serenamente e ipocritamente della drammatica crisi che avanza e tritura il futuro dei miei-nostri figli.

Non sono affatto uno scioperante abituale (ne conosco alcuni idiotamente – in senso etimologico – arroganti e intollerabili), perché ho da sempre ritenuto che il diritto dei miei studenti all’istruzione sia un cardine costituzionale decisamente prevalente sulle mie, pur giustificate, ragioni economico-contrattuali di meschino “lavoratore della conoscenza”, ma a tutto c’è, drammaticamente, un limite.

Prendo definitivamente atto, con la gratificante sensazione di un pugno al fegato, che le maggiori organizzazioni sindacali (compresa quella a cui sono iscritto) sono ormai ridotte a un pallido e pavido simulacro della tutela dei diritti democratici dei lavoratori e dei beneficiari del loro lavoro: naturalmente, perché il mondo è cambiato, la globalizzazione avanza, la crisi ci agguanta e bla bla bla...

Tutto cambia, todo cambia, certo, ma preferisco Teresa de Sio alle sirene delle magnifiche sorti e progressive dei “tecnici” col culo sempre al caldo e la carriera blindata, che spiegano lacrimando agli italiani che necessitano gravosi sacrifici in vista di ulteriori magnifiche sorti e progressive.
Per loro, cento o duecento euro in meno al mese sono una quisquilia impercettibile: qualcuno dovrebbe sommessamente spiegargli che per me e per un milione di altri sfigati, che credono ancora nella cultura e nella libertà e tengono in piedi la povera baracca della scuola italiana, significano la differenza tra la sopravvivenza e l’accattonaggio...


sw

giovedì 1 marzo 2012

MANDI LUCIO...

La lista si allunga.
Inevitabile.
E' l'età che rotola. Ma il magone resta e si profonda.

In ordine sparso: Fabrizio (De Andrè), Giorgio (Gaber), Pierangelo (Bertoli), Sergio (Endrigo), Stefano (Rosso: qualcuno se lo ricorda?), Ivan (Graziani), Bruno (Lauzi), Piero (Ciampi), Rino (Gaetano), Luigi (Tenco)...

Ho consumato le dita e il cuore sulle loro canzoni e ho imparato ben più che accordi e parole.
Alcuni mi riuscivano quasi impossibili da cantare, per ragioni di timbro ed estensione, ma ci provavo lo stesso. 
Lucio Dalla è sempre risultato uno dei più ostici per via della sua straordinaria vocalità quasi acrobatica: mai riuscito a cantare decentemente l'intera partitura de L'anno che verrà: il fellone partiva abbordabile in tonalità di RE, ascendeva blandamente e potabilmente in MI, infine s'inerpicava sul sesto grado del DO per chiudere con melodia ad anello... ma in tonalità di SOL!
E lì non ce n'era per nessuno... o almeno per me!

Vogliamo parlare di Caruso?
Forse è meglio lasciarlo fare agli esperti discettanti critici e musicologi, non potendo più contare sulla calorosa testimonianza di Luciano Pavarotti, anche lui ormai da tempo arruolato come solista d'eccezione nei cori angelici.

Tuttavia, in questo mio piccolo spazio adespoto, non vorrei acco(r)darmi al coro dei peana e dei treni d'occasione, ma riproporre una testimonianza dell'intelligenza e della sensibilità di Lucio Dalla che andava ben al di là della sua fama e del suo "mestiere" di compositore, interprete, cantante e cantautore.
Si tratta di una recente intervista di Aldo Cazzullo a proposito della "decadenza" sociale, culturale e artistica di Bologna dagli anni '60 ad oggi.

http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_06/bologna-grande-gelata-cazzullo_5e203172-5096-11e1-aa9f-fca1e0292c07.shtml

Quasi quasi mi rincresce di essere nato troppo tardi....


giovedì 5 gennaio 2012

Monti e Calderoli




Mario Monti non mi riesce aprioristicamente ed universalmente simpatico: ritengo discutibilissime ed evitabili alcune sue scelte "tecniche", per quanto mi renda perfettamente conto che bonificare in brevissimo tempo una cloaca debordante senza restarne ammorbati sia impresa pressochè impossibile.

Però il Monti è senz'altro uomo colto e competente e, per sillogistica conseguenza, dotato di epigrammatica precisione contenutistica,  morfosintattica e lessicale, nonchè di pregevole senso dell'umorismo, qualità palesate ad abundantiam nel comunicato emesso per giustificare i suoi faraonici bagordi di fine d'anno:

"Il Presidente del Consiglio ha appreso da fonti di stampa che il Senatore Roberto Calderoli avrebbe presentato in data odierna un’interrogazione a risposta scritta con la quale chiede di dar conto delle modalità di svolgimento della cena del 31 dicembre 2011 del medesimo Presidente del Consiglio.
Il Presidente Monti precisa che non c’è stato alcun tipo di festeggiamento presso Palazzo Chigi, ma si è tenuta presso l’appartamento, residenza di servizio del Presidente del Consiglio, una semplice cena di natura privata, dalle ore 20.00 del 31 dicembre 2011 alle ore 00.15 del 1° gennaio 2012, alla quale hanno partecipato: Mario Monti e la moglie, a titolo di residenti pro tempore nell’appartamento suddetto, nonché quali invitati la figlia e il figlio, con i rispettivi coniugi, una sorella della signora Monti con il coniuge, quattro bambini, nipoti dei coniugi Monti, di età compresa tra un anno e mezzo e i sei anni.
Tutti gli invitati alla cena, che hanno trascorso a Roma il periodo dal 27 dicembre al 2 gennaio, risiedevano all’Hotel Nazionale, ovviamente a loro spese.
Gli oneri della serata sono stati sostenuti personalmente da Mario Monti, che, come l’interrogante ricorderà, ha rinunciato alle remunerazioni previste per le posizioni di Presidente del Consiglio e di Ministro dell’economia e delle finanze.
Gli acquisti sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie).
La cena è stata preparata e servita in tavola dalla signora Monti. Non vi è perciò stato alcun onere diretto o indiretto per spese di personale.
Il Presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l’Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente.
Nel dare risposta al Senatore Calderoli, il Presidente Monti esprime la propria gratitudine per la richiesta di chiarimenti, poiché anche a suo parere sarebbe “inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare una festa utilizzando strutture e personale pubblici”. Come risulta dalle circostanze di fatto sopra indicate, non si è trattato di “una festa” organizzata “utilizzando strutture e personale pubblici”.
D’altronde il Presidente Monti evita accuratamente di utilizzare mezzi dello Stato se non per ragioni strettamente legate all’esercizio delle sue funzioni, quali gli incontri con rappresentanti istituzionali o con membri di governo stranieri. Pertanto, il Presidente, per raggiungere il proprio domicilio a Milano, utilizza il treno, a meno che non siano previsti la partenza o l’arrivo a Milano da un viaggio ufficiale."


Nel comunicato si fa riferimento all'autorevole esponente politico dott. Roberto Calderoli,



 senatore ed ex ministro della sedicente, e mirabolante, entità politica "Lega Nord per l'indipendenza della Padania".

Provo, dalle profondità dei miei precordi, intensa, umana e cristiana pietà per i suoi elettori e fraternamente rammento loro che la misericordia di Dio è (fortunatamente) superiore all'incalcolabile ammontare dell'idiozia delle creature, siano esse uomini, primati, fermenti lattici o leghisti.


sw