Non sono mai stato un fan appassionato della musica di Paolo Conte, anche se ho ascoltato molta della sua discografia.
Non è il mio genere, ma proprio per questo m'intriga: ascoltare ciò che non appartiene al proprio consueto orizzonte musicale apre itinerari inattesi, ti mantiene curioso e vivo, suggerisce svolte impensate e originali.
Nulla da eccepire, invece, sui suoi testi suggestivi, allusivi, evocativi, originalissimi: in Italia non ce ne sono molti altri capaci di scrivere come lui.
Forse solo il miglior Vinicio Capossela...
Ascoltando brani così, si strabilia, si gode e ci si rende conto che sì, esistono le graduatorie: c'è chi sta più in alto e chi più in basso, senza nulla togliere alla dignità di chi sta più in basso.
Tuttavia, si deve anche riconoscere che, con musicisti così, decollare sembra un gioco da ragazzi...!