giovedì 26 aprile 2007

However...

Come uno scalatore solitario silenzioso e schivo a scrutare il prossimo appiglio la cengia, il foro, la lingua, il dito pietra cui aggrappare intera la vita. Non si fa per il pubblico onirico e onanico che applaude l'auspicio di vederti cadere ragionevole pathos da collaudato voyeur. Non si fa per l'amore pletorico e icastico che ama l'artificio di vederti cambiare ragionevole mithos da consumato viveur. Come uno scalatore solitario silenzioso e schivo mi auguro che saprai rinunciare a contemplarti sull'abisso eternamente vivo. songwriter

martedì 24 aprile 2007

verify veritas, if you can or want or would...

Non so se sia legittimo sentirsi stanchi... Ragazzi, la performance ha le sue leggi, consuetudinarie, scritte o non scritte, comunque cogenti: bisogna essere dinamici, atletici, attivi, efficaci, utcumque giovani(li), produttivi, accattivanti, brillanti, duttili, inesorabili, inesauribili. Io mi sento stanco: allora rispolvero dalla custodia la chitarra e canto. Scrivo e canto. Nessuno intorno: benedizione. Nessuno intorno: maledizione. Non voglio un pubblico. Di cazzutissimi pubblici ce n'è fin troppi. Pronti allo scatto per fotterti, a stirare il collo per farsi riprendere da un angolo morto di telecamera. Se non appari, non sei: miserabile ectoplasma da strapazzo, lemure di vanescente periferia. Jo o soi ce ch'o soi; jo o soi chel ch'o soi. Cui che mi cîr mi cjate; cui che no mi ûl mi disbrate. Ma jo o ten dûr. Nome lis lidrîs a cressin te vuate. songwriter