lunedì 10 maggio 2010

E. Montale, Gli uomini che si voltano

Magari sarò perseguito per violazione del diritto d'autore, anche se credo che lui ne avrebbe riso di gusto...
Talvolta ho l'impressione che mi legga nel pensiero (e il presente congiuntivo non è una svista): uomini così mi mancano.
Dedicata a chi so - e non so - io.




Probabilmente
non sei piú chi sei stata
ed é giusto che cosí sia.
Ha raschiato a dovere la carta a vetro
e su noi ogni linea si assottiglia.
Pure qualcosa fu scritto
sui fogli della nostra vita.
Metterli controluce è ingigantire quel segno,
formare un geroglifico piú grande del diadema
che ti abbagliava.
Non apparirai più dal portello
dell’aliscafo o da fondali d’alghe,
sommozzatrice di fangose rapide
per dare un senso al nulla. Scenderai
sulle scale automatiche dei templi di Mercurio
tra cadaveri in maschera,
tu la sola vivente,
e non ti chiederai
se fu inganno, fu scelta, fu comunicazione
e chi di noi fosse il centro
a cui si tira con l’arco dal baraccone.
Non me lo chiedo neanch’io. Sono colui
che ha veduto un istante e tanto basta
a chi cammina incolonnato come ora
avviene a noi se siamo ancora in vita
o era un inganno crederlo. Si slitta.

(Eugenio Montale, Satura II)