giovedì 5 novembre 2009

MATURITA'

E’ più o meno una cinquantenne. Di bell’aspetto.
Bionda, più di quanto naturalmente si sospetti, truccata e acconciata a puntino. Capelli fluenti, virgola magistrale da coiffeur sotto il lobo dell’orecchio, sorridente e (in qualche angolo criptato) desiderabile.
Io me n’andavo, sanza sospetto, a prelevare un centinaio di euro al bancomat, e dio sa quanto volentieri ne farei a meno, stante gli attuali chiari di luna...

Parla ad alta voce, rivolta all’altro lato della strada.
Sul marciapiede dirimpetto un’altra signora bionda (a caschetto, stavolta) con al fianco attediata figlia adolescente che sorride, svogliata quanto basta, a comando.

- Allora, a Franco, com’è andata...?
- Eh, non ha ancora finito! Mercoledì gli orali....
- Sono sicura che andrà tutto bene: farà un figurone, vedrai!
- Mah, non lo so... Lui si accontenta di uscire fra il 60 e il 70... La scuola, per lui, non è mai stata un... il...

La parola latita, il termine-lemure evocato non si materializza.

La bionda a caschetto annuisce e sorride. Anche la figlia, a comando.
- Ciao!
- Ciao.


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