martedì 27 novembre 2012

L'ULTIMA VOLTA


Da oggi è disponibile sul mercato l’ultimo (in ogni senso) disco di Francesco Guccini.

L’uomo è senz’altro invecchiato, si muove e si esprime con lentezza e pare ormai voler rimanere risolutamente e orgogliosamente al di fuori del frastuono multimediale ragliante e abbagliante, della connessione perenne con tutto/niente e tutti/nessuno.
Il “Maestrone” ha 72 anni e il sacrosanto diritto di riposare (ma solo musicalmente: non smetterà fino all’ultimo di scrivere parole...), “in pensione”, in quel di Pavana: in fondo ci ha regalato “solo” quarantacinque anni di emozioni, riflessioni, parole e canzoni che a me - e a moltissimi altri, di svariate generazioni, fino ad alcuni svegli quindicenni d’oggi! - hanno aperto gli occhi, l’anima e il cuore.
Certo, riesce difficile riconoscere d’acchito nello schivo “patriarca” di oggi l’insonne animatore delle notti all’Osteria delle Dame o Da Vito, accompagnato e affiancato da avventizi, passanti e habitués quali De Andrè (Fabrizio), Vecchioni, Eco, Benigni, Corso, Dalla, Fo, Bonvi... 
Un pezzo di storia della cultura e del costume italiani, vissuta tra “impegno”, goliardia, sprezzatura e nonchalance, come possono permettersi di fare soltanto intelligenze vivaci e acute, disponibili allo sberleffo e all’autoironia.

E’ la vita, bellezza: tutto e tutti invecchiano e passano.
Solo pochi, tuttavia, hanno coraggiosamente solcato il sentiero con pervicace coerenza e affettuosa tenacia e a me sembra che Guccini sia tra questi.

Io... speriamo che me la cavo.



sw

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