sabato 3 settembre 2011

Schopenhauer

"L'uomo sagace che si trova in mezzo a degli infatuati è simile a colui che ha l'orologio esattamente regolato in una città dai cui campanili gli orologi danno l'ora falsa. Lui solo conosce l'ora giusta, ma a che gli serve? Tutti si basano sull'ora dei quadranti cittadini, anche coloro che sanno che lui solo ha l'ora esatta."
(A. Schopenhauer, Aphorismen zur Lebensweisheit, trad. di E. Battisti, Torino 1960)

Ci volevano sfere discretamente sovradimensionate per definire Hegel "ciarlatano pesante e stucchevole": Arthur ne fu dotato e ne pagò cospicuo fio.

Non aveva indefettibilmente ragione, ma neanche insanabilmente torto: l'Ottocento ha forse abusato di "geni tiranni", ma ci voleva passione, competenza filologica e acribia per affermarsi o affermarli tali.

Oggi basta acclimatare sveltamente le escort (intendi: deprimenti ed esigenti troie) coi tiranni.

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